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Acacus

Capodanno 2010
Avendo già visto il vicino Tassili algerino non ho potuto evitare i confronti da cui l’Acacus e le sue pitture rupestri escono purtroppo sconfitti. Assolutamente superbi invece l’Erg Murzuq e l’Erg Ubari, con i laghi contornati da palme e le sinuose dune di quarzo rosa e arancio e i petroglifi, capolavori d’arte. E poi Leptis Magna, che è solo un piccolo assaggio del grande patrimonio archeologico libico. Del tutto sorprendente è la città di Tripoli, strade larghe, medina “ordinata” e poco chiassosa, gente ospitale che ti invita a prendere un té solo per il gusto di chiacchierare, e non per vendere. Nel complesso una città non particolarmente bella ma piacevole.
I tuareg che ci hanno guidato sono bravi e affidabili, incredibile come si orientino nel deserto senza alcun segnale e sappiano calibrare i percorsi senza sprechi di tempo.
30-12-2009 – Erg Murzuq-Methkandoush-Galguien-Erg Murzuq
Verso mattina il termometro segna 6°C in tenda, mi chiudo bene nel mio piumino. Nel gruppo ci siamo divisi i compiti e alle 7 puntuali sento gli addetti alla preparazione della colazione ed è piacevole uscendo dalla tenda trovare una moka di caffè caldo. La seconda squadra che dovrebbe risistemare è meno solerte, per un paio di giorni mi troverò quasi da sola a impacchettare e spacchettare i viveri ma poi si daranno da fare anche gli altri. Le operazioni di smontaggio del campo sono piuttosto lunghe e fino alle 9 non si parte, c’è ancora fresco e si sta bene in pile. Poco dopo, sulla sabbia, prima foratura e perdiamo un po’ di tempo per la sostituzione della gomma. Dopo un’oretta su un deserto di ciottoli scuri e appuntiti un’altra auto fora ma la sostituzione è fulminea.
Arriviamo a Methkandoush verso mezzogiorno, mangiamo all’ombra di un gazebo di paglia e poi scendiamo nella gola accompagnati da Mohammed, il nostro poliziotto di scorta. E’ vestito da tuareg perché originario di Al Awainat anche se vive a Tripoli, ci mostra i graffiti, sono veramente splendidi. In alcuni l’artista primitivo è riuscito ad imprimere il senso del movimento, della fuga, della furia animale. Siamo stupefatti.
Compiendo un ampio semicerchio per seguire la pista nel deserto di ciottoli arriviamo a Galguien e scendiamo di nuovo nel uadi per vedere altri petroglifi e scritte in tifinagh, l’alfabeto dei tuareg. Usciamo infine dal Messak Settafet (letteralmente roccia nera) e costeggiamo di nuovo l’Erg Murzuq fino a trovare la nostra duna. Piccolo battibecco nel gruppo dei cuochi per chi deve cucinare e chi può andare a godersi il tramonto sulla duna. Appena il sole tramonta si alza il vento e si abbassa la temperatura, il piumino non è di troppo.

31/12/2009 - Erg Murzuq-Messak Settafet-Uan Kaza-Inhamet
Attraversiamo l’inquietante Messak Settafet, piatto, scuro, monotono ma a suo modo affascinante. Sosta pranzo all’ombra di una solitaria acacia in un assolato niente. Quanto rinfresca quella piccola e spelacchiata acacia! Ben 10°C di differenza tra sole e ombra. Alle prima dune di Uan Kaza ci arrampichiamo a piedi nudi sul crinale fino alla cima poi andiamo a vedere le sabbie multicolori di Inhamet, e anche prima di cena facciamo una lunga passeggiata. Rimaniamo sulla duna più alta al chiarore della luna piena fino a mezzanotte con alcuni autisti per salutare il nuovo anno.




01-01-2010- Uan Amil-Uan Muhuggiag-Anshal-Tashwinat-Tin Galiga- Arco Fozzigiarem
Tin Galiga
Oggi oltre ad alcuni petroglifi vediamo anche delle pitture rupestri, delle coppelle (votive?), il famoso arco, il “colonnato”. Non riesco a trattenermi e mi arrampico fin dove posso. Siamo finalmente entrati nell’Acacus attraversando l’hammada di rocce scure solcato da una pista rossa. Incontriamo molti turisti e molti italiani, e poi lo chiamano deserto! Ci accampiamo ancora sotto una duna ma alle spalle una bella montagna rocciosa che salgo velocemente. Notte di stelle cadenti.
02-01-2010 – Awiss–Adad–Al Awainat-Ubari
Ultimo giorno nell’Acacus. Dopo la solita foratura continuiamo a scorazzare per il deserto apparentemente senza meta. In realtà i nostri bravi autisti si orientano benissimo tra uadi e piane desertiche sconfinate. Ci portano nei luoghi più importanti per le pitture preistoriche e le bellezze naturali. Visitiamo oggi i siti studiati dalla missione di Mori, il luogo dove fu trovato lo scheletro di un bambino di 5.400 anni fa ed infine il dito-Adad che segna la fine del nostro Acacus. Oggi abbiamo toccato i 38° C. Arriviamo ad Al Awainat e dobbiamo attendere più di un’ora per fare rifornimento di benzina a causa di problemi elettrici nella pompa. Ne approfittiamo per fare qualche acquisto di verdura e pane per la cena, e per berci finalmente una birra … analcolica, ovviamente, e terribile, ovviamente.
03-01-2010 – Ubari- Lago Mavo-lago Gebraoun
Stanotte ha fatto più freddo, il termometro segna la minima +5° C in tenda. Un’auto non parte e questi incredibili tuareg fanno il ponte con la batteria di un'altra jeep a mani nude (non hanno i morsetti)!! Dopo aver fatto rifornimento (un vero assalto) nei negozi di Ubari, Ahmed mi porta da un allevatore di polli, me ne fa scegliere 4 e in meno di venti minuti sono spiumati e tagliati a pezzi. Stasera i nostri autisti ci cucineranno il cous cous.
Ci rimettiamo in viaggio verso Erg Ubari. Gli autisti si giocano a salire e scendere dalle dune per la massima pendenza, sembra d'essere sulle montagne russe.
Dall'alto di un'ultima duna uno spettacolo magnifico, in questo mare di sabbia appare un lago blu cobalto contornato da palme. Non è un allucinazione.
Scendiamo senza fermarci al lago Mavo, la nostra meta è il lago Gebraoun un po' oltre. Qualcuno sale sulle dune, altri fanno il giro del lago, altri shopping alle bancarelle, altri fanno il bagno.
Piantiamo il campo lontano dal lago, tra le dune, dopo l'ennesima foratura. Mustafa smonta la griglia del radiatore e la mette sul fuoco per cuocere il pollo, lo gira e lo sposta a mani nude, mentre Ahmed prepara il cous cous e dopo cena come al solito tutti intorno al fuoco per il te.

04-01-2010 –Lago um al Maa-Ubari-Germa-Sebha
Gironzoliamo su e giù dalle dune fino al lago Umm al Maa e al lago Mandara. Ultimo pranzo nel deserto all’ombra delle jeep, talmente fresca che qualcuno preferisce stare al sole. Raggiungiamo poi il campeggio di Sebha. Si tratta di piccoli bungalow a due posti essenziali ma carini in un bel giardino verde con piscina e ristorante. Dopo 6 giorni di sabbia ci sembra di essere in paradiso.






05-01-2010 – Sebha-Tripoli
In entrata ed uscita da Tripoli c’è sempre un gran traffico. Percorriamo grandi viali ma poi l’autista entra in vicoletti piccoli e nemmeno asfaltati con case vetuste e decadenti, siamo un po’ preoccupati. Guardandomi intorno finisco davanti ad una parete di metallo a specchio che si apre…è il nostro albergo ed è anche molto bello. Le stanze ancora meglio della reception, ci sono persino accappatoio e ciabattine usa e getta…gran lusso in confronto alle nostre tende. Usciamo subito per visitare la Medina con Mohammed, il poliziotto scorta-guida. 
Mohammed ci porta in piazza Algeria e ci par strano che chieda indicazioni, o così mi par di capire, alla gente che passa. Facciamo il giro dei giardini, piazza Verde, ed infine la Medina. Vediamo i cortili di diverse moschee ma non gli interni perché c’è sempre qualcuno che prega e non gradiscono le visite.
Dopo qualche suk alcuni riescono a perdersi volontariamente, mentre io chiedo a Mohammed di portarci all’arco di Marco Aurelio, ma lui ci fa perdere. Chiede a destra e manca indicazioni, ora lo capisco bene, ma non riesce a capire quello che gli dicono (quasi capisco meglio io, ma non è lui l'arabo), dopo aver girovagato per un po’ tiro fuori l'infallibile Lonely Planet, cerco di capire dove siamo e li riporto sulla strada giusta (anche se Mohammed dice che dovremmo andare nella direzione opposta!), e in poco tempo siamo all’arco. Qui facciamo alcune conoscenze interessanti. Una coppia la cui donna è coperta da un velo nero da capo a piedi, ma molto elegante e truccatissima, da quello che si intuisce dagli occhi, l'unica parte del suo corpo scoperta. La giovane signora è anche molto curiosa e si intrattiene a lungo con noi a scambiare qualche parola. Un imprenditore bresciano poco dopo ci invita nel suo lussuoso albergo e ci offre un té, è da parecchio che è qui e si capisce che ha voglia di parlare in italiano.

06-01-2010 – Tripoli-Leptis Magna-Tripoli
A Leptis Magna non troviamo guide parlanti italiano, ne assoldiamo una guida in ingleseolto preparata. Il sito merita la visita che dura più di 3 ore. A Tripoli ci separiamo per lo shopping, il nostro poliziotto non sa capacitarsi che il gruppo si sia dileguato così velocemente sotto i suoi vigili occhi e mi si appiccica addosso. Faticosamente gli faccio capire che ci ritroveremo tutti a cena alle 20 al ristorante in Suk al Turk, e sono finalmente libera anch’io.





07-01-2010 – Tripoli-Italia
Ultima giornata libera, chi fa shopping, chi va all’hammam, io ne approfitto per vedere il museo della Jamahiriya. E' veramente splendido, soprattutto i mosaici mi hanno lasciato senza parole per la ricchezza e la finezza decorativa da sembrare dei dipinti. Poi sono andata alla libreria Fergiani dove ho trovato il Libro Verde di Gheddafi (da leggere e atterrire) e bei libri sulla Libia (storia, racconti, foto…) scritti in francese o inglese oltre a testi di ogni tipo in arabo, sicuramente più economici che da noi ma cari per la Libia, meglio comprarli in una normale cartolibreria.
Ovunque sui palazzi troneggiano foto di Gheddafi su stendardi e manifesti enormi.
I dittatori sono uguali in tutto il mondo!


Massimo ha fatto delle foto stupende, visita il suo sito.


La famosa cassa cucina
Il te tuareg
Colazione
Noi con i tuareg
Graffiti
Arco Fozzigiarem
Il dito
Lago Um Al Maa
Cous cous
Lago Mandara
Leptis Magna
Leptis Magna
Museo della Jamahiriya
Noi con i tuareg



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