Paesaggi tra i più vari, dai deserti, alle colline ricche di vegetazione, alle montagne innevate. Il caldo secco a volte terribile (50°C a Teheran), ma non è mancata la pioggia o le piacevoli serate quasi primaverili.
Lungo il percorso monumenti e città fiorenti tra il XII e XV sec., quando le guerre o fattori climatici avevano spostato un po' più a sud la via della seta, spaziando dalle moschee, alle chiese cristiane, dai sontuosi palazzi degli scia ai villaggi trogloditi.
Mashahd
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I tappeti coprono anche il pavimento dei cortili e la gente prega compostamente ovunque. Gli interni sono sfavillanti di specchi e cristalli. Su tutto spicca il mausoleo con cupola dorata del XVII sec dell'Imam Reza. Cupola blu di 50m e un maestoso portale dorato è la moschea timuride del XV sec.
A pochi km dal centro il mausoleo di Ferdosi, il poeta (1020dc) che ha salvato la lingua persiana e ricostruito l'identità nazionale che stava arabizzandosi. Ambiente piacevole, fiori, piante, fontane e il mausoleo moderno che ricorda quello di Ciro. Curiosità: una copia della statua di Ferdosi davanti alla fontana è a Villa Borghese a Roma e l'originale di un manoscritto di suoi versi è alla biblioteca di Firenze.
Verso Saracks
E' un lungo viaggio verso est, al confine con il Turkmenistan, in un ambiente sempre più arido e ventoso, ma affascinante. Lungo la strada il caravanserraglio Robat a Sharaf del 1128, pastori nomadi con tende, case di fango e una valletta con montagne a denti di sega fino al mausoleo di Loghman Baba del 1356. Il vento è bollente.
Verso Shirvan
Verso il mar Caspio
Dalle aride steppe ai frutteti, attraversando la gola che separa il Khorasam dal Golestan il paesaggio cambia, anche i monti si colorano di verde e tutte le pianure sono coltivate.
Torre di Gonbad e Qabus, alta 55m su un terrapieno di 12m, ha pianta a stella a 10 punte di 15m di diametro e risale al XI sec., fatta di mattoni cotti con intricate decorazioni geometriche e iscrizioni cufi, tetto conico. Straordinariamente ben conservata ha avuto pochi restauri negli anni '39 e ora è patrimonio Unesco. Era la tomba di Ibn Ziyarid, matematico e letterato. Da provare l'eco all'interno e il riverbero all'esterno.
La popolazione è in gran parte turcomanna e lo riconosciamo dall’abbigliamento femminile: hejab coloratissimi, maglie con maniche lunghe ma più corte in vita e aderenti, idem le gonne.
A Bandar e Torkeman il mar (o lago?) Caspio è molto ritirato. Non ci sono spiagge ma una battigia di melma nerastra. Eppure è frequentata dai locali, infatti sul lungo mare ci sono vari gazebo in muratura per i picnic, qualche barchetta e un mercato del pesce.
Da Gorgan a Sharood
Dopo la visita di Gorgan, dove i soldi non si contano ma si pesano, scavalchiamo i monti Elburz risalendo una splendida valle terrazzata con coltivazioni di riso fino a 2mila metri. Il verde delle colture pian piano scompare, l’aria rinfresca, ma poi inizia una lunga e quasi diritta discesa fino al torrido altopiano a 1500m a Bastami: il mausoleo del mistico sufi Tayfur Abu Yazid con 2 cupole azzurre, il minareto di mattoni lavorati e la tozza torre funeraria Kashaneh del 1272.
Damghan
"Città delle 100 porte", è una delle più antiche dell'Iran. La moschea Jameh del XI sec. ha pilastri tondi e tozzi, in mattoni mentre il Chehel Sotoon, al di sotto, ha pilastri squadrati.
La tomba Pir Alamdar è una torre circolare dell'XI sec. con iscrizioni cufi.
La moschea Tarikhaneh è anch'essa singolare: fatta di mattoni, fango e paglia, intorno a un cortile quadrato due colonnati con sette file di grosse colonne e quella centrale, più sporgente e più alta, costituisce l'iwan con arco semiacuto o cicloide. E’ datata VIII sec, il che ne fa una delle più antiche dell'Iran. Nel cortile a fianco un minareto pendente alto 26m, senza basamento, di mattoni con una ricca decorazione.
La torre Chehel Dochtar e l'Imamzadeh Jafar a pianta circolare e cupola a cerchi digradanti.
Ahowan
Da Semnan a Teheran
La moschea dell'Imam Khomeini ricorda Samarcanda per i quattro iwan che si affacciano su un cortile quadrato, ma le decorazioni sono molto sobrie e il complesso è recintato tutto intorno da un muro.
Teheran
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Da Qatzvin a Zanjan
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La cupola blu del mausoleo di Soltaniyeh (patrimonio Unesco) è la terza più grande al mondo dopo Santa Maria a Firenze e Hagia Sophia a Istanbul: 25m di diametro e 48m di altezza. è stato costruito nel XIV sec ed è considerato primo esempio di architettura persiana e ispiratore del Taj Mahal. Ha base ottagonale e 8 minareti. Poco più avanti il mausoleo derviscio di Chelabi Oglu del 1300.
A Zanjan il Rakhatshor khaneh è un antico lavatoio restaurato, coperto e molto fresco.
Verso Maragheh
Ore 12.00, terra, acqua, aria e fuoco: che spettacolo Takt e Soleyman, il lago azzurrissimo nel cratere con i pesci rossi, le montagne intorno, la brezza. E' il tempio principale dello zoroastrismo e ha una storia lunga 2.500 anni tra distruzioni e ricostruzioni. Dall'alto la fortificazione ovale protegge e disseta le valli più in basso con i due ruscelli che escono dal lago. L'interno è un labirinto, passaggi coperti, palazzi e torri in rovina, il tempio del fuoco con i fori per il passaggio dei tubi del gas che alimentavano il fuoco eterno. Dal 2003 è patrimonio dell'Unesco.
Poco lontano il vulcano Zeldan e Soleyman, 100m in salita per un largo sentiero ben tenuto fino ai ruderi del palazzo fortificato del I millennio a.C., poi si sale per roccette, mai difficili, e il cratere appare all'improvviso. Le esalazioni gassose fan pizzicare la gola e la lingua. Il cratere ha un diametro di 65m, profondo 85m, sul fondo un po' d' erba e sulle pareti tanti uccelli. Dal basso sembra un castello semidiroccato, ma è calcare di sedimentazione di una sorgente artesiana.
A mezz'ora dal vulcano si apre un canyon sul fondo di un fiume smeraldino (dopo tanta aridità è emozionante) e di fronte una parete forse di carbonato di gesso abbacinante. Giornata di splendidi paesaggi. Ormai siamo sull'altipiano fertile dell'Iran e compaiono fiumi, canali e pozzetti di irrigazione, è tutto verde di frutteti, pioppi cipressini, platani, salici...
E infine Maragheh, la "città giardino" con le sue torri funerarie, Gonbad e Kavus e Gonbad e Sorkh e l'osservatorio astronomico del 1259.
Il lago Urmia e qareh kalisa
Con un lungo trasferimento arriviamo a qareh Kelisa, san Taddeo a 1960m di quota e il clima cambia, spioviggina e fa fresco, quasi freddo. La chiesa del VII sec. è uno dei tre monasteri armeni patrimonio Unesco. Il villaggio dove sorge la chiesa è lontano anni luce da Teheran: case in fango, muretti di pizze di sterco, covoni di fieno, i vecchietti con lo zuccotto, i ragazzini che giocano nel torrentello, le vecchiette con le gonne a ricami colorati, le tacchinelle sulla strada...
Valle di Aras da ovest a est
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Segue la cappella del pastore (Choopan Church) del XIII sec, anche questa patrimonio Unesco, e poco più avanti il caravanserraglio Khajeh Nazar del periodo safavide.
A Jolfa, città di frontiera, due ponti attraversano il fiume, il primo è sorvegliatissimo dai militari, con controllo passaporti e dogana, il secondo è il ponte ferroviario senza nessun controllo.
Le montagne si colorano e spuntano alcune cime con lingue di neve come già abbiamo visto a Teheran (pendici del Damavand) e a Maku (Ararat).
Anche la cascatella Asyab attira una folla di iraniani festanti,
I ruderi delle mura in fango del castello Abbas Mirza sorgono tra risaie e melograni e vigneti vicino a Gharib, antica moschea, e Kordasht antico hammam, in ristrutturazione, molto bello con stucchi, affreschi floreali e marmi.
Il percorso è molto lungo e superato il lago Khudafarin inizia la salita per il castello di Babak, il Robin Hood azero, a 2.386m di quota. Dall’accampamento di nomadi con iurte e animali, il sentiero con scalini e pavimentazione, sale e scende con scorci bellissimi. E’ uno spettacolo vedere tanta gente che cammina cantando.
Da Ardebil a Tabriz
Singolari le forme dei minareti delle moschee della città e i ponti. In lontananza le cime innevate del Sabalan.
Kandovan: le case scavate nella roccia e la forma delle rocce ricordano la Cappadocia.
Tabriz: sarà capitale del turismo islamico nel 2018 è l’ultimo sito Unesco di questo viaggio per il mercato coperto e la moschea blu, distrutta da terremoti devastanti e ricostruita riutilizzando le maioliche blu originarie e completando con nuove, ma lasciando ben visibile il restauro.
La chiesa armena di santa Maria, custodita da un alto portone di ferro, è citata anche da Marco Polo nel Milione.
L'evoluzione del velo in 14 giorni
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