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Iran: lungo la via della seta - luglio 2016

Da est a ovest, dal confine con il Turkmenistan al confine con Turchia e Armenia, una prima e un assaggio di un paese misconosciuto ma sorprendente. La prima piacevole sorpresa è stata la gente, accogliente, ospitale, curiosa e fiera.
Paesaggi tra i più vari, dai deserti, alle colline ricche di vegetazione, alle montagne innevate. Il caldo secco a volte terribile (50°C a Teheran), ma non è mancata la pioggia o le piacevoli serate quasi primaverili.
Lungo il percorso monumenti e città fiorenti tra il XII e XV sec., quando le guerre o fattori climatici avevano spostato un po' più a sud la via della seta, spaziando dalle moschee, alle chiese cristiane, dai sontuosi palazzi degli scia ai villaggi trogloditi.

Mashahd

Città sacra per gli sciiti. Nell'Haram è sepolto l'Imam Reza, uno dei santi dell'Islam. I non islamici non possono entrare liberamente nell'Haram, devono essere accompagnati da uno dei sorveglianti volontari, e le donne devono anche indossare il chador. Sono vietate le macchine fotografiche ma sono ammessi i cellulari. Il recinto dell'Haram è in continua espansione grazie alle offerte dei fedeli, attualmente comprende 9 cortili (quasi 4mila mq), 14 minareti, quattro musei e un cimitero sotterraneo in cui costa una fortuna farsi seppellire. I nostri sorveglianti parlano un inglese quasi incomprensibile, ma accolgono gli stranieri con un video di presentazione e un cofanetto di foto delle zone più belle e ci fanno arrivare fino al sancta sanctorum, un'eccezione per noi infedeli, fino a toccare la grata (zarih) del mausoleo tra una folla di donne che tirano e spintonano per arrivare e dire due veloci preghiere, subito ricacciate indietro da altre incalzanti.
I tappeti coprono anche il pavimento dei cortili e la gente prega compostamente ovunque. Gli interni sono sfavillanti di specchi e cristalli. Su tutto spicca il mausoleo con cupola dorata del XVII sec dell'Imam Reza. Cupola blu di 50m e un maestoso portale dorato è la moschea timuride del XV sec.
A pochi km dal centro il mausoleo di Ferdosi, il poeta (1020dc) che ha salvato la lingua persiana e ricostruito l'identità nazionale che stava arabizzandosi. Ambiente piacevole, fiori, piante, fontane e il mausoleo moderno che ricorda quello di Ciro. Curiosità: una copia della statua di Ferdosi davanti alla fontana è a Villa Borghese a Roma e l'originale di un manoscritto di suoi versi è alla biblioteca di Firenze.

Verso Saracks


E' un lungo viaggio verso est, al confine con il Turkmenistan, in un ambiente sempre più arido e ventoso, ma affascinante. Lungo la strada il caravanserraglio Robat a Sharaf del 1128, pastori nomadi con tende, case di fango e una valletta con montagne a denti di sega fino al mausoleo di Loghman Baba del 1356. Il vento è bollente.

Verso Shirvan

Un interminabile sequela di controlli di polizia da Khajeh Rabi Tomb a Neishabur e infine Radkan con la torre astronomica del XIII sec., in mattoni, tetto conico e decorazioni blu. Sui lati piccole aperture a varie altezze da cui il sole entra all'equinozio e al solstizio. Si attraversano vallate con colline di arenaria colorata e campi verdissimi coltivati a frutta, patate, orzo e grano o farro già dorato, pianure vastissime tra colline aride e steppose e profondi canyon.

Verso il mar Caspio


Dalle aride steppe ai frutteti, attraversando la gola che separa il Khorasam dal Golestan il paesaggio cambia, anche i monti si colorano di verde e tutte le pianure sono coltivate.
Torre di Gonbad e Qabus, alta 55m su un terrapieno di 12m, ha pianta a stella a 10 punte di 15m di diametro e risale al XI sec., fatta di mattoni cotti con intricate decorazioni geometriche e iscrizioni cufi, tetto conico. Straordinariamente ben conservata ha avuto pochi restauri negli anni '39 e ora è patrimonio Unesco. Era la tomba di Ibn Ziyarid, matematico e letterato. Da provare l'eco all'interno e il riverbero all'esterno.
La popolazione è in gran parte turcomanna e lo riconosciamo dall’abbigliamento femminile: hejab coloratissimi, maglie con maniche lunghe ma più corte in vita e aderenti, idem le gonne.
A Bandar e Torkeman il mar (o lago?) Caspio è molto ritirato. Non ci sono spiagge ma una battigia di melma nerastra. Eppure è frequentata dai locali, infatti sul lungo mare ci sono vari gazebo in muratura per i picnic, qualche barchetta e un mercato del pesce.

Da Gorgan a Sharood


Dopo la visita di Gorgan, dove i soldi non si contano ma si pesano, scavalchiamo i monti Elburz risalendo una splendida valle terrazzata con coltivazioni di riso fino a 2mila metri. Il verde delle colture pian piano scompare, l’aria rinfresca, ma poi inizia una lunga e quasi diritta discesa fino al torrido altopiano a 1500m a Bastami: il mausoleo del mistico sufi Tayfur Abu Yazid con 2 cupole azzurre, il minareto di mattoni lavorati e la tozza torre funeraria Kashaneh del 1272.

Damghan


"Città delle 100 porte", è una delle più antiche dell'Iran. La moschea Jameh del XI sec. ha pilastri tondi e tozzi, in mattoni mentre il Chehel Sotoon, al di sotto, ha pilastri squadrati.
La tomba Pir Alamdar è una torre circolare dell'XI sec. con iscrizioni cufi.
La moschea Tarikhaneh è anch'essa singolare: fatta di mattoni, fango e paglia, intorno a un cortile quadrato due colonnati con sette file di grosse colonne e quella centrale, più sporgente e più alta, costituisce l'iwan con arco semiacuto o cicloide. E’ datata VIII sec, il che ne fa una delle più antiche dell'Iran. Nel cortile a fianco un minareto pendente alto 26m, senza basamento, di mattoni con una ricca decorazione.
La torre Chehel Dochtar e l'Imamzadeh Jafar a pianta circolare e cupola a cerchi digradanti.

Ahowan

Due bei caravanserragli in mezzo all'altopiano stepposo a nord del Dasht-e Kavir

Da Semnan a Teheran


La moschea dell'Imam Khomeini ricorda Samarcanda per i quattro iwan che si affacciano su un cortile quadrato, ma le decorazioni sono molto sobrie e il complesso è recintato tutto intorno da un muro.

Teheran


I palazzi degli scia: il complesso di Sa'd Abad (18 palazzi in mezzo al bosco) è a nord della città, il Golestan (solo 8 palazzi ma sito Unesco) è 200m più in basso, nel centro commerciale e politico di Teheran. Sfarzo, opulenza, scintillio di specchi e preziosi da lasciare senza fiato. Da vedere anche il gran bazar coperto, il museo archeologico, il museo dei gioielli e il ponte pedonale Tabiat, progettato da una giovane studentessa, Leila Araghian. E' un ponte pedonale a 3 piani che congiunge due parchi separati da una autostrada a 6 corsie, e qui si incontra una Teheran diversa, meno severa, foulard e abiti colorati, bimbi che corrono, musica, architetture di palazzi moderni, piste da skate, un planetario, ristoranti e bar molto occidentali.

Da Qatzvin a Zanjan

Qatzvin, antica città reale con monumenti di epoca qagiara come l'Imamzadeh ye Hossein, con fontana coperta nel cortile, e il  Chehel Sotun, il palazzo reale, con un insolito terrazzo a colonne lignee, esili e slanciate, che sembra lancino verso l'alto il tetto.
La cupola blu del mausoleo di Soltaniyeh (patrimonio Unesco) è la terza più grande al mondo dopo Santa Maria a Firenze e Hagia Sophia a Istanbul: 25m di diametro e 48m di altezza. è stato costruito nel XIV sec ed è considerato primo esempio di architettura persiana e ispiratore del Taj Mahal. Ha base ottagonale e 8 minareti. Poco più avanti il mausoleo derviscio di Chelabi Oglu del 1300.
A Zanjan il Rakhatshor khaneh è un antico lavatoio restaurato, coperto e molto fresco.

Verso Maragheh

Percorriamo una bella strada a saliscendi tra le montagne: paesaggio bucolico, campi coltivati, villaggi con case di fango, rocce bucherellate. Suggestivo il contrasto tra la terra marrone-rosso, il grano dorato e i frutteti verde scuro. A 2mila m. temperatura ottimale, leggermente ventilato. Finalmente avvistiamo qualche animale: una volpe, un cuon (cane rosso selvatico dell’Asia), un'aquila, un falco oltre a svariate mucche, pecore nere, asini e uccelli meravigliosamente colorati.
Ore 12.00, terra, acqua, aria e fuoco: che spettacolo Takt e Soleyman, il lago azzurrissimo nel cratere con i pesci rossi, le montagne intorno, la brezza. E' il tempio principale dello zoroastrismo e ha una storia lunga 2.500 anni tra distruzioni e ricostruzioni. Dall'alto la fortificazione ovale protegge e disseta le valli più in basso con i due ruscelli che escono dal lago. L'interno è un labirinto, passaggi coperti, palazzi e torri in rovina, il tempio del fuoco con i fori per il passaggio dei tubi del gas che alimentavano il fuoco eterno. Dal 2003 è patrimonio dell'Unesco.
Poco lontano il vulcano Zeldan e Soleyman, 100m in salita per un largo sentiero ben tenuto fino ai ruderi del palazzo fortificato del I millennio a.C., poi si sale per roccette, mai difficili, e il cratere appare all'improvviso. Le esalazioni gassose fan pizzicare la gola e la lingua. Il cratere ha un diametro di 65m, profondo 85m, sul fondo un po' d' erba e sulle pareti tanti uccelli. Dal basso sembra un castello semidiroccato, ma è calcare di sedimentazione di una sorgente artesiana.
A mezz'ora dal vulcano si apre un canyon sul fondo di un fiume smeraldino (dopo tanta aridità è emozionante) e di fronte una parete forse di carbonato di gesso abbacinante. Giornata di splendidi paesaggi. Ormai siamo sull'altipiano fertile dell'Iran e compaiono fiumi, canali e pozzetti di irrigazione, è tutto verde di frutteti, pioppi cipressini, platani, salici...
E infine Maragheh, la "città giardino" con le sue torri funerarie, Gonbad e Kavus e Gonbad e Sorkh e l'osservatorio astronomico del 1259.

Il lago Urmia e qareh kalisa

Urmia, un vasto lago salato dalle acque incredibilmente rosse. E' un fenomeno che si osserva tra la primavera e l'inizio estate, dovuto ad alghe e batteri che proliferano con l'aumento di salinità per l'evaporazione delle acqua.
Con un lungo trasferimento arriviamo a qareh Kelisa, san Taddeo a 1960m di quota e il clima cambia, spioviggina e fa fresco, quasi freddo. La chiesa del VII sec. è uno dei tre monasteri armeni patrimonio Unesco. Il villaggio dove sorge la chiesa è lontano anni luce da Teheran: case in fango, muretti di pizze di sterco, covoni di fieno, i vecchietti con lo zuccotto, i ragazzini che giocano nel torrentello, le vecchiette con le gonne a ricami colorati, le tacchinelle sulla strada...

Valle di Aras da ovest a est

Il fiume Aras è il confine naturale con il Nagorno Karabak  (Azerbajan) prima e con l’Armenia poi. La gola tra i due paesi è ricca di scorci suggestivi ma il pezzo forte è il monastero di santo Stefano (sito Unesco), frequentatissimo anche dagli iraniani musulmani per  la frescura dei suoi boschi.
Segue la cappella del pastore (Choopan Church) del XIII sec, anche questa patrimonio Unesco, e poco più avanti il caravanserraglio Khajeh Nazar del periodo safavide.
A Jolfa, città di frontiera, due ponti attraversano il fiume, il primo è sorvegliatissimo dai militari, con controllo passaporti e dogana, il secondo è il ponte ferroviario senza nessun controllo.
Le montagne si colorano  e spuntano alcune cime con lingue di neve come già abbiamo visto a Teheran (pendici del Damavand) e a Maku (Ararat). 
Anche la cascatella Asyab attira una folla di iraniani festanti,  
I ruderi delle mura in fango del castello Abbas Mirza sorgono tra risaie e melograni e vigneti vicino a Gharib, antica moschea, e Kordasht antico hammam, in ristrutturazione, molto bello con stucchi, affreschi floreali e marmi.
Il percorso è molto lungo e superato il lago Khudafarin inizia la salita per il castello di Babak, il Robin Hood azero, a 2.386m di quota.  Dall’accampamento di nomadi con iurte e animali, il sentiero con scalini e pavimentazione, sale e scende con scorci bellissimi. E’ uno spettacolo vedere tanta gente che cammina cantando.


Da Ardebil a Tabriz

Anche il mausoleo dello sceicco Al-di Khanegah del XVI , centro spirituale del sufismo, è un sito Unesco. Il mausoleo preceduto da un ombroso giardino è in un cortile con la madrasa e la libreria a maioliche blu, l'interno completamente diverso da quanto visto finora, garbatamente dorato su sfondo marrone. La torre Allah-Allah con maioliche turchesi che ripetono stilizzato il nome di Allah all'infinito, ha un bel portale riccamente decorato con maioliche blu.
Singolari le forme dei minareti delle moschee della città e i ponti. In lontananza le cime innevate del Sabalan.
Kandovan: le case scavate nella  roccia e la forma delle rocce ricordano la Cappadocia.
Tabriz: sarà capitale del turismo islamico nel 2018 è l’ultimo sito Unesco di questo viaggio per il mercato coperto e la moschea blu, distrutta da terremoti devastanti e ricostruita riutilizzando le maioliche blu originarie e completando con nuove, ma lasciando ben visibile il restauro.
La chiesa armena di santa Maria, custodita da un alto portone di ferro, è citata anche da Marco Polo nel Milione.

L'evoluzione del velo in 14 giorni

Le donne, anche le straniere, devono indossare il velo, avere braccia e gambe completamente coperte e una giacca lunga e larga. Dopo i primi momenti scherzosi questo obbligo è diventata una tortura per il caldo torrido e il vento che ce lo faceva cadere in continuazione. Ci siamo ingegnate in qualche modo.

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